Tulga cerca di convincere Kokachin a mettere in atto il loro proposito di fuggire insieme per farsi una vita, ma la ragazza, attratta dalla possibilità di diventare la moglie favorita del futuro erede al trono, rifiuta la sua offerta, e quando Tulga, sorpreso da Za Bing, uccide quest'ultimo durante una collutazione, Kokachin a sua volta uccide senza pietà l'ex compagno, eliminando nel contempo l'unica persona a conoscenza della sua vera identità. Nel frattempo, nel sud, Wuchang viene conquistata, e le armate del Khan dilagano sempre più nel territorio dei Song, fino ad arrivare non lontano da Xiangyang. A questo punto Khublai, per dare una immagine di sovrano moderato e propenso al dialogo, invia Yusuf in ambasceria da Jia Sidao, che nel frattempo ha isolato politicamente l'imperatrice, per combinare un incontro diplomatico, una proposta che il Cancelliere stranamente accetta. Nel mentre, nel campo dei mongoli, la situazione è piuttosto tesa, con Jingim che tenta inutilmente di convincere Byamba dell'inaffidabilità di Marco e lo stesso Byamba che, con la benedizione del padre e di Kaidu Khan, rende pubblico il proprio futuro matrimonio con Khutulun. L'incontro, come era prevedibile, si conclude con un nulla di fatto, e a quel punto la parola passa nuovamente alle armi, con Marco che, forte delle informazioni procurate, suggerisce un rapido attacco approfittando delle carenze nei bastioni e Jingim che, invece, suggerisce un approccio più prudente. Byamba cerca di avvisare Marco dell'astio che il suo ascendente su Kublai sta suscitando nel principe e in Ahmed, e quando Marco assiste con i suoi occhi alla reale portata della sadica determinazione del Khan a soggiogare i Song, arrivando a mutilare i prigionieri di guerra perché forniscano la carne necessaria a produrre il grasso per le frecce infuocate il giovane veneziano si risolve a fare ritorno a casa; tuttavia, un attimo prima di scappare, Marco trova nella sua tenda Kokachin, e al termine di una appassionata notte d'amore si rendono entrambi conto di non poter più tornare indietro dal sentiero che hanno scelto di seguire. Il Khan, ancora una volta, sceglie di ascoltare l'opinione di Marco, e Xiangyang viene attaccata, ma quella che si pensava essere una facile via d'accesso si rivela invece una trappola mortale: il punto debole delle mura, infatti, era solo un'esca, oltre la quale l'esercito mongolo si ritrova bloccato in un vicolo cieco alla mercé degli arcieri nemici. L'armata mongola, quasi decimata, è costretta a ritirarsi, e quello che è peggio Marco viene ritenuto responsabile dell'accaduto.